Tanti anni fa – quando il caso e la necessità1 dominavano i nostri pensieri di studenti universitari, tanto da credere di aver risolto il mistero stesso della vita – guardavamo con grande stupore certi comportamenti animali.

Come quello del giovane gatto, che giocando con i suoi simili “faceva la gobba”, rizzando tutto il pelo e avanzando col fianco per sembrare più grosso, o quando, ai piedi di un albero, si allungava, appoggiando le zampe anteriori al tronco, e iniziava ad arrotarsi le unghie, nel suo comportamento proprio di felino.

Ci domandavamo appunto come fosse possibile che un corredo genico potesse in qualche modo istruire o almeno indurre il singolo individuo a mettere in atto repertori tanto articolati e complessi. Così esattamente e precisamente ripetitivi da richiedere, ci sembrava anche allora, una vera e propria programmazione. Già. Ma come far interagire la microscopica dimensione del DNA con la macroscopica dimensione dell’animale individuale nella sua interezza? Insomma, il programma come poteva agire dal DNA fino all’individuo? In scale dimensionali così diverse e distanti tra loro?

Sono questi i pensieri che si ripresentano alla nostra mente nell’osservare affascinati il lavoro certosino di un ragno, intento a tessere la sua meravigliosa tela, tra i rami di un albero. Con i filamenti della trappola per insetti che splendono alla luce del sole e respirano nella leggera brezza del mattino. Un filo alla volta, con un’apparente intelligenza – non sapremo proprio come definirla altrimenti – veramente notevole. Ogni mossa ha una sua ragion d’essere. E cosa ancor più sorprendente, se c’è qualche falla o imprecisione nel suo lavoro, il ragnetto subito sembra rendersene conto e pronto sistema e rafforza, con la danza sincronizzata delle sue zampette, il nodo che avrebbe senz’altro ceduto se non fosse stato aggiustato.

Di nuovo stupore e meraviglia. Per un comportamento così “più grande di lui”.

Solo che oggi non crediamo più di osservare solo delle macchine, per quanto meravigliose. Il caso e la necessità non ci bastano più, da soli. Ci serve dell’altro. Un’evidenza, che emerge da sé. Indimostrabile. Su cui vorremmo riflettere insieme a voi.

Proviamo a considerare un campo informativo, non sappiamo assolutamente in quale dimensione metterlo, perché è un’ipotesi. Un po’ come un campo di forze. Quelle strane cose che al liceo ci raccontano gli insegnanti di Fisica. Che esistono nello spazio e che sono originate da una sorgente di forza, per esempio, la forza elettrostatica prodotta dalla presenza di una carica elettrica.

Bene. Abbiamo fissato la prima idea. Facciamo ora un triplo salto mortale con avvitamento e proviamo a considerare il concetto – nientemeno! – dell’inconscio collettivo di Jung.2  Ecco proviamo a fondere queste due idee in un unico campo adimensionale o scalare. Suona abbastanza bene. Non è importante sapere che cosa si intenda, anche perché non ne sappiamo veramente nulla; solo per dire che è una cosa nuova: l’inconscio collettivo del ragno come sottoinsieme di quello umano!

Un campo  – siamo nel regno della fantasia – che connette in qualche modo tutti gli individui di una specie. Un campo informativo, leggibile solo dagli individui appartenenti alla specie che lo definisce e che fornisce appunto tutte le informazioni relative ai repertori comportamentali degli individui della specie stessa.

Quindi se il collegamento fosse bidirezionale, come sarebbe bello che fosse, anche il singolo individuo della specie potrebbe – nella propria esistenza individuale e creativa – produrre qualche novità comportamentale, che il campo stesso potrebbe acquisire e accumulare3.

Ultima notazione. Se questa tipologia di campi esistesse, potremo ipotizzare che il DNA di ogni singola cellula di un individuo possa comunicare con il DNA di tutte le altre cellule attraverso questo stesso campo. Una sorta di comunicazione diretta e istantanea tra le cellule di un individuo. Una vera e propria sincronizzazione olistica4.

Che ne pensate? Può aver un qualche senso? Siamo forse anche noi di più che non solo questo (meraviglioso) corpo che vediamo, tocchiamo e sentiamo?

 


Il caso e la necessità, Jaques Monod, Mondadori, 1972
2 La mente estesa, Il senso di sentirsi osservati e altri poteri inspiegati della mente umana, Rupert Sheldrake, URRA-Apogeo srl, 2006
Underivative Information Structure (UIS) by Lyricus (WingMakers)
Il misterioso innato, Kryon canalizzato da Lee Carrol, 31 agosto 2013

Crediti immagine: www.windoweb.it

 

 

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Gatti, ragni e campi
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