Il conduttore – uno scrittore-terapeuta – sta utilizzando la scrittura, oltre che come mezzo espressivo, anche come strumento di autoconoscenza e ha cercato per tutta la giornata di allentare i freni inibitori dei partecipanti, per permetter loro di scrivere in modo quanto più spontaneo e automatico possibile.
Certo, si è parlato del processo creativo in sé, di come nasce un’opera letteraria e così via, ma il focus dell’intera giornata verte sulla ricerca e sulla possibile emergenza di qualche aspetto del proprio sé, attraverso lo scrivere senza pensieri, o con il minimo possibile di interferenze.
Proprio al termine della giornata, quando ormai la stanchezza nell’aria mostra già i primi segni della sua presenza, lo scrittore lancia ai partecipanti l’ultimo compito. L’ultima consegna prima della chiusura dei lavori. E dice:
«Immaginatevi parecchio anziani.
Avete di fronte a voi una persona molto giovane, a cui volete bene.
E alla quale desiderate lasciare un messaggio di capitale e vitale importanza.
Per lui, da parte vostra. Il vostro testamento spirituale, insomma.
Ma, mi raccomando, pochissime righe!»
Tutti prendono a scrivere, sempre concentrati, lasciando da parte – come si erano allenati per tutta la giornata – i propri pensieri…
Il Testamento Spirituale
Sappi che tu sei un essere infinito.
Collegato con tutti gli altri.
Ma sei UNICO.
Sovrano.
Indispensabile per l’universo.Leggi queste mie parole solo quando le potrai capire.
E per questo, ricordati di rileggerle man mano che crescerai.Un abbraccio! L.
