Adesso, però, crediamo di avere una risposta più adeguata alla fatidica domanda. Almeno per una persona veramente interessata; una cioè che non desideri soltanto riporre una risposta nello scaffale della propria libreria del conoscibile, ma che sia disposta a rischiare qualcosa del proprio sistema di riferimento personale. Siamo, infatti, ora, in grado di rispondere con convinzione: «vai a leggerti Apoteosi, l’ultimo libro di Fabio Ghioni, e scoprirai qualcosa di veramente interessante.»
Vi troviamo – sempre a nostro parere – un’introduzione, la più auto-contenuta e auto-consistente possibile, di un materiale così decisamente altro. Così al di là di ogni forma conosciuta. La nostra esperienza di lettura dei precedenti volumi dell’autore in questione, probabilmente tratti da conferenze, è sempre stata, infatti, quella di un work in progress, la cui comprensione dava per scontato, comunque, un retroterra informativo notevole.
Con Apoteosi, invece, riteniamo che sia possibile assaporare, con una certa compiutezza, un cibo così nuovo, così diverso da tutto quello di cui siamo soliti nutrirci. Almeno questa è la nostra personale valutazione e ci piacerebbe confrontarci al proposito con altri pareri, se ce ne fossero.
Siamo convinti che leggere questo volumetto sia un’esperienza molto, ma molto intrigante. Inspiring! Provocative! Si direbbe in un contesto di business, con il solito slang rigorosamente anglosassone.
Ma, allora, di cosa tratta questo libro? Tratta della vicenda umana. La nostra. Qui in questo mondo, che siamo soliti chiamare Terra. Noi e la natura. Insieme. E non solo, naturalmente. Se dovessimo proprio condensare in una frase il senso che noi siamo riusciti a cogliere – in base al nostro attuale livello di comprensione, al punto in cui noi stessi siamo – la formuleremmo come segue. Una risposta alla domanda: «io, chi sono?» Affermazione impegnativa, senz’altro! E per questo – senza alcun dubbio – una lettura da fare. E con una certa urgenza, anche!
Con l’oggettiva impossibilità di dire qualcosa di sensato sul contenuto – altro per definizione, non confrontabile con nessuna tradizione esoterica esistita o esistente, ormai lo dovreste aver capito, per cui rimandiamo senz’altro alla fonte – ci poniamo comunque il seguente quesito. «Sotto quali presupposti si può apprezzare questo scritto? Ovvero, quali sono le condizioni minimali da accettare, per procedere in una sua proficua lettura?»
Proviamo ad elencarle.
- Esiste un Oltre,
- che è il mondo delle cause, di tutto quello che qui viene rappresentato, dove appunto noi siamo;
- causa ed effetto sono la stessa cosa, ma in due dimensioni distinte;
- c’è un corpo, fisico e non, mente compresa;
- c’è un operatore, chiamato transiente o anima, il punto di coscienza che siamo,
- che si identifica completamente nel proprio corpo-emozioni-mente;
- «e così via e così discorrendo…»
È troppo accettare tutto ciò, per essere invogliati a leggere e rileggere – con grande attenzione e coinvolgimento – questo intrigante volumetto? Che è disponibile sia in formato e-pub che su carta, avendo però, in quest’ultimo caso, la pazienza di aspettare almeno tre settimane per averlo disponibile, se siete distanti dalle pochissime librerie ben fornite, e doveste quindi ricorrere all’ordine online.
Facciamo una scommessa. Chi avrà l’ardire di intraprenderne la lettura, comincerà a vedere il mondo circostante con occhi molto diversi… e non potrà, poi, esimersi dall’approfondire seriamente l’argomento1. Di sicuro!
Non ce ne voglia l’autore, se ci siamo permessi di parlare di questo libro e accennare al suo insegnamento. Ma – che dire – il libro c’è. È stato pubblicato. E, come novello personaggio pirandelliano, vive ormai di vita propria. Ogni lettore, anzi ogni singola lettura, è una particolare e personale esperienza. Mille lettori. Mille Apoteosi diverse. Questo è certo. È un fatto. La nostra, quindi, è senz’altro l’Apoteosi… mille-e-uno.
Buona lettura!
PS
A proposito dell’Oltre, il mondo delle cause, riportiamo una recente metafora, ascoltata nell’ottobre 2017, che troviamo particolarmente illuminate… Eccola.
Stiamo utilizzando Facebook sul nostro telefonino. Click sull’icona e via per il nostro girovagare nelle ultime notizie, che il sistema ci propone. Scorrendo e passando da un fatto all’altro. Foto, video, commenti… Pensare di scoprire la causa del comportamento dell’applicazione tutta nel nostro cellulare, sarebbe decisamente fuori luogo, per noi. Perché sappiamo bene che tutto il comportamento, rappresentato sul nostro dispositivo, è frutto dell’interazione con i programmi, che vengono eseguiti in qualche parte del mondo, là dove si trovano i server, in una farm, che, di sicuro, contiene una distesa immensa di macchinari informatici. In quei server, dove vengono eseguiti, appunto, i programmi, con i quali ci interfacciamo, attraverso il nostro cellulare.
Ebbene, possiamo considerare il centro di elaborazione dati di fb, con tutti i programmi che vengono lì eseguiti, come la vera causa di tutto ciò che noi vediamo comparire sul telefonino.
Proprio come se fosse l’Oltre del nostro smartphone, dove, in esso, è contenuta solo una parte, la sua rappresentazione, appunto.
Mai e poi mai ci sogneremmo di indagare e studiare il comportamento del nostro telefonino, e delle sue cangianti icone, per costruirne una descrizione causale, basata esclusivamente su ciò che lui ci mostra, no? Sarebbe, infatti, veramente assurdo ignorare la causa di tutto ciò…
1 Come video introduttivo ad ENOC, suggeriamo il seguente (49′).