Come altre volte ricordato, non intendiamo in questo blog di libere riflessioni personali, commentare fatti di cronaca. Ma a volte, come in questo caso, ci sentiamo in dovere di farlo. Perché, come minimo, viene il sospetto che manchi, almeno alla gran parte di noi cittadini, un minimo di senso critico. Letteralmente non ci accorgiamo di quello che ci sta succedendo attorno. Per cui vale la pena di sollevare la questione, per quei tre navigatori, capitati casualmente in questi lidi.

È opportuno fermarci a riflettere, senza per forza di cose dover prendere questo o quel partito, doverci cioè schierare per il bianco o per il nero, ma semplicemente osservare attentamente, con pacatezza, con un certo distacco, i fatti, senza entrare nella rissa che i più sembrano desiderare. Prendiamoci un attimo di pausa riflessiva.

I fatti separati dalle opinioni – ammesso che ciò sia effettivamente possibile – come recitava un noto settimanale, più di mezzo secolo fa. E veniamo ai fatti.

L’ordine dei Biologi organizza un convegno a Roma per il 2 marzo prossimo.
Come si può leggere nel loro sito, e nel programma di dettaglio dell’evento.
Ma, c’è un ma. Da un’università italiana, con in copia il Ministro della Salute, arriva la richiesta di annullare il convegno, con la motivazione che:

Tra i relatori […] sono invitati alcuni ricercatori che hanno pubblicato o propagandato risultati scientifici mai suffragati ed anzi più volte smentiti dalla comunità scientifica, che vorrebbero dimostrare la pericolosità dei processi di vaccinazione.

E via di questo passo, intimando appunto l’immediata cancellazione dell’evento.

Per doverosa cronaca, ecco la risposta del Presidente dell’Ordine dei Biologi.

Domandiamoci, ora, senza schierarci: «cosa sta succedendo?» Non c’è più alcuna libertà neanche di pensiero e parola? Impedire a qualcuno di partecipare ad un convegno e di dire la sua (un premio Nobel, per la cronaca)  a causa delle sue idee? Non un dialogo, non un confronto. Neppure una contestazione decisa e oppositiva, ma almeno dialogica – che diamine! – ce lo saremmo aspettato, tra scienziati.
No. La censura, invece.

Naturale allora pensare al nostro Galileo e all’Inquisizione, come ricorda lo stesso organizzatore, ma, questa volta, a ruoli rovesciati, dove il Tribunale dell’Inquisizione è impersonato dalla stessa Scienza!
O dalla comunità scientifica, com’è più corretto dire. La comunità paradigmatica. Quella dominante. Quella costituita dai detentori del sapere indiscusso ed indiscutibile, come si legge nella stessa lettera del Presidente dell’Ordine dei Biologi.

Ma qui corriamo il rischio di cadere nel dominio delle opinioni…

Anche se poi la censura è, sempre e in ogni caso, tremendamente sospetta ai nostri occhi.

E voi, che ne pensate?

 


7 marzo 2018. Un aggiornamento che ci sembra pertinente, in risposta ad una recente trasmissione “giornalistica” televisiva a proposito di omeopatia, di dubbia imparzialità.

 

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Una società davvero libera?
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